La motivazione: cos’è e come comprenderla

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Muove gran parte dei nostri sforzi quotidiani, eppure se ci venisse chiesto faremmo fatica a darne una spiegazione concreta. Ecco allora la motivazione: cos’è e come comprenderla

La motivazione: cos’è e come comprenderla
La parola motivazione deriva dal verbo latino movere, che significa “muoversi”. E, in effetti, motivazione è la parola che usiamo per descrivere ciò che “ci fa muovere”. In sintesi, perché facciamo ciò che facciamo.

Quando pensiamo alla motivazione nel mondo moderno, spesso la consideriamo come la nostra capacità di spingerci a fare le cose. A volte desideriamo essere più motivati, soprattutto per raggiungere raggiungere i nostri obiettivi o per avvicinarci in qualche modo alla realizzazione dei nostri desideri.

In generale, possiamo dire che la motivazione riguarda la scelta di intraprendere una particolare azione,
il mantenimento di questa azione e lo sforzo adoperato per portarla a termine (Dörnyei & Ushioda, 2013). Essere motivati significa quindi mettersi in gioco nella vita di tutti i giorni, mantenere la forza per dedicarvisi a lungo e sforzarsi di fare qualcosa. Ma è importante tenere presente che la motivazione non è una cosa costante. Si muove e fluisce nel tempo, mentre lavoriamo per raggiungere obiettivi diversi. Vediamo allora nel dettaglio la motivazione: cos’è e come comprenderla.

La motivazione: cos’è e come comprenderla

Diverse teorie vedono la motivazione sia come causa che come effetto dell’azione. Per esempio, potremmo non essere motivati a studiare per un esame – e quindi non fare bene l’esame. Questo ci porta a essere ancora meno motivati a studiare in futuro. In tal modo, una bassa motivazione può effettivamente portare a una motivazione ancora più bassa.

Al contrario, forse ci sentiamo motivati a suonare la chitarra. Poi ci sentiamo bene con le nostre capacità chitarristiche e diventiamo ancora più motivati a suonarla. In questo caso, la motivazione sembra essere qualcosa che si costruisce da sola autoalimentandosi.

Tutti gli esperti sono d’accordo nel definire la motivazione in due modi: intrinseca ed estrinseca.
Per quanto riguarda la motivazione intrinseca, parliamo di quella spinta “davvero nostra” che ci porta a desiderare di raggiungere un certo obiettivo e a fare di tutto per conseguirlo. Non esiste una ricompensa apparente per compiere l’azione (Lindenberg, 2001), a parte la realizzazione del nostro desiderio.

In effetti, le ricompense (come il denaro o i buoni voti) spesso diminuiscono la motivazione intrinseca, mentre le lodi e i feedback positivi la aumentano. Questo ha portato alcuni a chiedersi cosa sia effettivamente la motivazione intrinseca arrivando a definirla semplicemente come il piacere di fare, interessarsi, o faticare per quel determinato obiettivo. Siamo più motivati a fare qualcosa perché ci piace e non abbiamo bisogno di essere ricompensati perché in fin dei conti ci stiamo adoperando per ciò che ci piace e ci stimola (Lindenberg, 2001).

La motivazione: quanto è importante una strategia

La motivazione estrinseca invece riguarda quelle azioni che facciamo “connesse a qualcun altro” e può essere generata dall’offerta di una ricompensa contingente, o dal desiderio di rendere felice qualcun’altro. Ad esempio, si può essere motivati a lavorare perché si viene pagati, tuttavia è possibile che il lavoro non sia quello che ci piace. Nella situazione del lavoro, la ricerca mostra che le ricompense estrinseche possono essere motivanti nel breve termine, ma possono anche essere alienanti o disumanizzanti.

Grazie a queste conoscenze siamo in grado di capire se ci sentiamo davvero motivati per qualcosa e se questa motivazione ci spinge perché viene da noi o meno ma c’è dell’altro in realtò. La motivazione coinvolge una serie di processi come la pianificazione, la definizione degli obiettivi, la formazione delle intenzioni, la generazione dei compiti, l’azione e la valutazione dei risultati (Dörnyei & Ushioda, 2013).

Se non si è sicuri di cosa fare, di quali siano i primi passi da compiere e di come le azioni che si stanno intraprendendo porteranno all’obiettivo prefissato, può essere utile fare un piano solido per ciò che si desidera raggiungere.

Stabilire delle strategie che si stabiliscono in anticipo per garantire il raggiungimento dell’obiettivo (Gollwitzer, 1999), è un valido modo per dare una “spinta” alla motivazione nei momenti in cui ci sentiamo senza stimoli. In pratica, si stabilisce l’intenzione di fare qualcosa se succede qualcos’altro. Questo aiuta a rimanere più motivati indipendentemente dalla situazione. Ad esempio, si può decidere in anticipo che se non si è motivati a svolgere un compito, se ne farà un altro. Per fare questo è necessario rendere chiari i compiti che vogliamo/dobbiamo svolgere. Si può considerate quindi la possibilità di creare un elenco di compiti e di suddividerli in parti più piccole.

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